L'intelligenza artificiale (AI) è diventata parte integrante della nostra vita quotidiana. Utilizziamo assistenti vocali e motori di ricerca, gli algoritmi ci suggeriscono libri, ci aiutano a scrivere testi, a migliorarli, a tradurli o persino a valutarli. Le reti neurali artificiali elaborano quantità sempre maggiori di dati, le macchine imparano autonomamente durante l’elaborazione di dati, riconoscono ad esempio le regole del linguaggio e le applicano. Questi sviluppi sono stati il punto di partenza per la pianificazione di un numero tematico su «letteralità e IA» su leseforum.ch.
Nei due anni trascorsi dall'ideazione del numero alla sua pubblicazione, la nostra vita quotidiana con l'IA è cambiata a ritmo vorticoso. Non solo chatbot come ChatGPT, Google Bard o Bing Chat sono sulla bocca di tutti, ma hanno anche innescato una forte dinamica nei settori della lettura e della scrittura nella ricerca e nella pratica. Vengono pubblicate continuamente nuove ricerche empiriche, l'IA è arrivata da tempo nelle aule scolastiche e viene utilizzata come strumento nelle lezioni di letteratura e nei processi di scrittura.
Questo numero non può quindi offrire altro che un'istantanea e uno sguardo su questo dibattito molto vivace. E può quindi domandarsi fino a che punto il concetto di literacy sia ancora valido nell'era dell'IA o come debba essere modificato. Piu
Torsten Steinhoff pone questa domanda fondamentale nel suo contributo. Illustra come nella didattica del tedesco di oggi la lettura e la scrittura digitali siano considerate, nel migliore dei casi, come strumenti utilizzati per insegnare competenze di lettura/scrittura. Egli sostiene la necessità di abbandonare la dicotomia tra letteralità e digitalità nella cultura post-digitale, a favore di un «insieme» in cui gli individui comunicano in modo coattivo con persone e macchine. Ciò richiederebbe a suo avviso nuovi approcci teorici, metodologici ed empirici.
Questo articolo è disponibile anche in francese e in italiano perché i redattori di Forumlettura sono convinti che possa promuovere il dibattito sul tema nelle regioni francofona e italofona.
Netaya Lotze si interroga sulle competenze dell'IA rispetto alla literacy. Confronta diversi modelli, discute le categorie e aggiunge l'aspetto della «Linguistics User Awerness» dalla prospettiva della ricerca (psico)linguistica di base, che supporta con esempi concreti.
Sara Giulivi e Fabio Meliciani si occupano dei processi cognitivi alla base della lettura e di come questi stiano cambiando di fronte a letture sempre più frammentarie con i media digitali, in particolare con l'IA. Forniscono spunti di riflessione sul potenziale, ma anche sull'impatto dell'IA sulla comprensione della lettura.
Carolin Führer e Daniel Nix utilizzano «Davanti alla legge» di Franz Kafka per valutare se le conversazioni letterarie con l'IA possono supportare la comprensione di testi letterari tra gli allievi delle scuole superiori. I risultati parziali di uno studio qualitativo sulla ricezione mostrano, tra l'altro, che gli studenti hanno utilizzato l'IA principalmente come mezzo di apprendimento, ma che non si sono sviluppate situazioni di dialogo con la chatbot. Da questi risultati l'autore formula dei desiderata per la pratica didattica.
Philippe Wampfler si occupa dei processi di scrittura con il supporto di strumenti di IA generativa e dei loro effetti sulla didattica della scrittura. Sostiene l'uso riflessivo e accompagnato degli strumenti di IA nell’insegnamento, formula obiettivi di apprendimento corrispondenti, ma si chiede anche cosa significhi quando le macchine improvvisamente scrivono così tanto.
Gerhard Lauer si concentra sul mondo letterario, che sta subendo un cambiamento sostanziale con l'IA. Illustra le continuità e i punti di rottura nella scrittura e nell'illustrazione di libri e fornisce una visione di ciò che è già possibile oggi in termini di processi di scrittura creativa con l'IA e dove il viaggio potrebbe ancora andare.
Viviane Morin e Audrey Raynault rilevano la mancanza di un insegnamento delle competenze di IA nelle scuole del Québec. Non solo non esistono linee guida al riguardo, ma mancano anche risorse e strumenti per gli insegnanti. Ciò rende ancora più importante il ruolo delle biblioteche (scolastiche), che lanciano iniziative a sostegno di quest'area di apprendimento. Un esempio è il progetto «La biblioteca come fulcro dell'apprendimento», il cui obiettivo è quello di rendere le biblioteche un luogo collaborativo di creazione e di pensiero.
Andreas G. Förster è traduttore. Spiega come i traduttori devono affrontare una realtà professionale in rapida evoluzione, quale influenza hanno i sistemi di traduzione automatica sul mestiere del traduttore, comprese le condizioni di lavoro, e come lo trasformano, ad esempio, quando nuovi ambiti professionali come il post-editing diventano sempre più importanti.
Christine Tresch e Murielle Roth