Questo articolo riflette criticamente sulle basi concettuali per strutturare l'area tematica della «riflessione linguistica» nel Piano di studio della Svizzera tedesca (Lehrplan 21). Nei primi due capitoli, si discute la multidimensionalità del termine «riflessione linguistica»: in questo contesto, viene operata una distinzione fondamentale tra la riflessione sul linguaggio come oggetto e la riflessione sulle azioni linguistiche. Nel caso della lingua come oggetto, si fa un'ulteriore distinzione tra la riflessione su argomenti pragmalinguistici – come le regole di conversazione, i tipi di testo, la gestione dello standard e del dialetto, la forma orale/scritta e molti altri – e sulle strutture linguistiche o la grammatica in senso stretto.
Il punto di partenza e di cristallizzazione delle considerazioni sulla didattica linguistica è costituito dall'insegnamento (tradizionale) della grammatica, non perché sia particolarmente importante nel contesto dell'insegnamento linguistico nel suo complesso, ma perché, da un lato, vanta una lunga tradizione di vari discorsi di legittimazione e, dall'altro, perché è ancora equiparato al ‹riflettere sulla lingua›, rispettivamente alla riflessione linguistica, che rappresenta un riempimento concettuale limitato.
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https://doi.org/10.58098/lffl/2022/1/748